di Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste

Nei lodiaframmantani anni ’80 a Firenze succedeva qualcosa di inaspettato e di veramente bello.
Una primavera destinata a lasciare il segno negli anni a venire per quanto riguardava l’arte in generale, anche se il solco più grosso del quale è rimasto il segno riguarda sicuramente la musica.
Diversi i nomi che sino ad oggi sono ancora sulla bocca di tutti, anche se molti dalle correnti artistiche del tempo che fu hanno cambiato strada e si sono accasati verso poltrone ben più remunerative.
Tutto questo è stato raccontato in un bellissimo libro del 2003 da titolo Frequenze Fiorentine-Firenze anni ’80, scritto da Bruno Casini.
Molto interessante anche il cd con libretto dal titolo Firenze Sogna! del 1993, forse non facile ormai da recuperare.
Da questa mischia sono venuti fuori i Diaframma, band nata come tutte le altre a seguito dell’arrivo delle varie ondate musicali dal Regno Unito o da oltre Oceano, ma poi evolutasi con un’identità propria ancora oggi presente e contraddistinta dai testi delle varie canzoni.Guidati dallo storico Federico Fiumani (voce, chitarra, autore delle liriche e unico elemento rimasto dalla prima ora), i Diaframma vantano una discografia molto ampia dalla quale spicca il disco di debutto Siberia, ancora oggi considerato come uno dei migliori dischi della musica italiana.
Chiaramente a tanti anni di distanza per diversi e ovvi motivi non è più la stessa cosa e questo lo sappiamo tutti, ma ne è valsa la pena riempire il Teatro Miela per questo concerto della durata di due ore e conclusosi con ben tre brani fuori programma.
La storica Amsterdam, Diamante grezzo, Mi sento un mostro, La mia ragazza dorme la domenica mattina e Ultimo boulevard sono solo alcuni dei brani eseguiti durante la serata che per stessa ammissione di stanchezza del frontman dal palco, ha leggermente calato d’intensità per poi recuperare notevolmente alla fine con alcuni tributi come La canzone dell’amore perduto di Fabrizio De Andrè e See no Evil dei Television.
Dopo il bellissimo concerto dei Tuxedomoon dello scorso novembre, ecco un ulteriore perla ritornare in città a ben sette anni di distanza dall’ultima esibizione che allora si svolse in un club.
Quella volta sulle note finali del set, Fiumani salutò il pubblico dicendo “Siamo solo uno dei tanti gruppi Rock in circolazione. Mi dispiace di avervi deluso.”
Ma nessuno avrà mai pensato questo. E lui lo sa.