CD autografato TozziNova Gorica 16 ottobre 2015 “Ho scelto di fare il cantante perché mio padre non voleva che lo facessi, anche se il desiderio era quello di fare il calciatore, la differenza tra il calcio, il vincere la coppa campioni e una canzone è che, nel primo caso, godi subito per il goal segnato, nel caso della canzone, invece, il cantante non gode subito del risultato, dopo, forse, con il riscontro del pubblico. In questo mestiere mi ritengo uno fortunato, sono un privilegiato. Mi sono divertito a farlo”.E’ questa una delle risposte che Umberto Tozzi, comunque disponibile, ha fornito in occasione delle poche domande concesse alla stampa accreditata, visto il ritardo con cui era iniziata e sotto gli occhi vigili del suo manager, attento nello scandire le modalità e il breve lasso di tempo che lo separava dal concerto. Per quelli che, come noi, compresi la maggior parte dei presenti in sala, hanno conosciuto le canzoni di Umberto Tozzi negli anni 80, quando erano in auge i vinili a 33 giri e le musicassette che si riavvolgevano, in caso di mal funzionamento, con il semplice ausilio di una matita, poco o nulla è cambiato alla vista e soprattutto all’ascolto delle canzoni del proprio beniamino. Anzi, il ricordo di quegli anni e di Tozzi stesso, non necessariamente malinconico o nostalgico, è stato persino rinverdito anche grazie a una gradevole rivisitazione del curriculum vitae musicale di Tozzi per quanto riguarda gli arrangiamenti. Accompagnato da una band di tutto rispetto, il cantautore torinese, classe ’52, ha preso posto sul palco della sala del casinò PARK di Nova Gorica alle 22.30 circa per proporre, nell’arco di poco più di un’ora, una gran parte delle più belle canzoni che hanno contrassegnato la sua oramai quarantennale carriera musicale caratterizzata da grandi successi, pochi insuccesso e rinascite in chiave musicale, fino alle più recenti collaborazioni e sperimentazioni di altri generi musicali. “Equivocando” e “Notte Rosa”, riproposte in chiave decisamente rock, danno il via allo show che, sin dalle prime battute, fa capire che si reggerà anche grazie alla bravura della band e dei nuovi arrangiamenti sulle canzoni classiche del suo repertorio. “Non è la prima volta che vengo qui e, se mi invitano, vuol dire che sono simpatico” esordisce Tozzi davanti a sala gremita, prima di proporre anche quei brani che, a detta dell’artista, “sono tra i meno conosciuti ma che, comunque, fanno parte di me, come il mio primo invenduto Donna amante mia o Perdendo Anna”. “Io camminerò”, scritta dallo stesso Tozzi nel 1976 e interpretata e portata al successo da da Fausto Leali, precede la presentazione del nuovo singolo “Sei tu l’immenso amore mio” che, a detta di Tozzi, rimarrà comunque una delle sue canzoni da ricordare, il risultato, insieme all’intero album dal titolo “Ma che spettacolo” e di prossima uscita, di un periodo compositivo in cui l’artista si è sentito particolarmente ispirato dopo tanto tempo. Il concerto, fino a questo punto gradevole, prende finalmente vigore con “Si può dare di più” che gli valse, insieme a Ruggeri e Morandi, la vittoria alla kermesse sanremese del 1987, per un festival in cui “non si doveva andare ma, visto che eravamo compagni di squadra nella nazionale cantanti, abbiamo deciso di farlo” e con “Gente di mare” portata al successo insieme a Raf con un piazzamento al terzo posto all’Eurofestival. Il pubblico, ora, lo chiama a gran voce e Tozzi lo ripaga con le sue più belle canzoni per un finale in crescendo, nell’esecuzione di “Stella stai”, “Tu” e la celeberrima “Gloria”, la canzone pubblicata nel 1979 che lo segnalò al grande pubblico europeo e scelta anche da Martin Scorsese nel 2013 come colonna sonora originale per il film “The Wolf of Wall Street”. Un concerto piacevole seppur non proprio esaltante, comunque godibile, iniziato forse lentamente e migliorato strada facendo, sorretto spesso da una band di rilievo (Raffaele Chiatto alla chitarra, Riccky Roma alla batteria, Mario Dirani al basso, Gianni Vacini al sax e alle percussioni e Gianni D’Addese alle tastiere) persino nel supporto vocale fornito al cantante. Si poteva dare di più? No, almeno a giudicare dal calore e dall’affetto del pubblico comunque partecipe ed entusiasta dello spettacolo.