Archivi per categoria: RCT Sport

In collaborazione con  Pallamano Trieste
TRIESTE
– Per la Pallamano Trieste 1970 arriva la prima sconfitta di campionato in serie A Gold: al Pala Gasteiner è battaglia per sessanta minuti interi, Bolzano la spunta nel finale (35-33) dopo aver visto i giuliani restare generosamente in partita sino all’ultimo minuto.
Al netto di qualche passaggio a vuoto nel corso della partita, la squadra di Andrea Carpanese è stata in grado di mettere sempre pressione alla Loacker, anche quando a 10’ dalla fine il +4 interno sembrava aver indirizzato anzitempo il match.
Carpanese riparte dallo “starting-seven” di sette giorni fa col Fasano, con Garcia, Pujol, Parisato, Pauloni, Lindström, Esparon e Pernic sul parquet ad aprire la contesa.Bolzano inizia forte andando sul 2-0 al 3’, i biancorossi aprono le proprie marcature invece con Lindström e si portano avanti sul 2-3 con la palla recuperata di Pujol e una buona difesa che blocca un paio di attacchi altoatesini.
Al 5’ pareggia i conti Di Giulio in ala, poi il primo gol del match di Esparon rimanda avanti Trieste sul 3-4.
Garcia trova belle parate nei primi dieci minuti e i giuliani conservano una rete di gap al 12’ (4-5), la salita in cattedra di Lindström (già tre gol all’attivo nella prima parte della frazione) mantiene ancora per qualche minuto il vantaggio esterno prima del 3-0 di break interno, complice anche le buone respinte di Martinati tra i pali di casa e la verve di Memmich (9-7 al 18’).
Esparon fa ripartire gli alabardati realizzando dai sette metri, l’esclusione temporanea di Urbaz al 20’ (a cui segue quella di Sandrin tre minuti più tardi) non blocca l’attacco del Trieste, ispirato da un Pujol capace di sporcare palloni in difesa e di conquistare rigori, con lo stesso Esparon a infilare un altro sette metri per il 10-10 del 22’.
Si risponde colpo su colpo, all’ex Udovicic replica Pernic (12-12 a 4’ dalla fine del primo tempo), alla prima sirena è +1 Bolzano sul 14-13 con la rete biancorossa di Vanoli allo scadere a regalare lo svantaggio minimo per gli ospiti.
Udovicic e doppietta di Javor da una parte, Vanoli e doppietta di Esparon dall’altra: inizia così la ripresa (17-16 al 33’), con tanto equilibrio ancora a farla da padrone.
Postogna ipnotizza Milicevic respingendo un tiro di rigore, Pernic in pivot regala una nuova parità al 37’ (19-19).
Per qualche minuto Trieste sbatte sulle parate di Matlega, che però nulla può sul terzo sette metri segnato in partita da Esparon: i biancorossi inseguono sul -2 al 40’ (rasoiata vincente di Udovicic), poi l’uno-due bolzanino al 43’ per il 25-22 è il primo vero break con cui la Loacker abbozza un principio di mini-fuga.
È il solito Esparon in casa giuliana (ulteriore uno-due in attacco) a mantenere la speranza viva, Javor però è un fattore importante per gli attacchi dei padroni di casa che restano sul +3 al 47’ (28-25), prima della realizzazione sul lato opposto di Parisato.
Torna in porta Garcia e, con due parate preziose, ispira il break di 2-0 con il -1 siglato da Pujol, poi però Bolzano non fa sconti ed è contro-parziale di 3-0 per il 31-27 a 9’ dalla fine: il match sembra indirizzarsi in favore degli altoatesini, poi però le respinte di Garcia e i gol di Pujol ed Esparon regalano ancora un briciolo di fiducia agli ospiti (32-30 al 55’, che diventa 33-31 ancora con Pujol a 2’ dal termine e con gli altoatesini con un uomo in meno).
Pauloni fa -1 all’ultimo giro di lancette e rimane ancora tutto da decidere, poi però il gol di Zanetti e la palla persa dagli alabardati nell’azione successiva chiude la pratica in favore del Bolzano.
Ininfluente il gol di Lindström nei secondi finali a precedere un’ulteriore marcatura da parte di Zanetti, per il 35-33 finale.

SSV LOACKER BOLZANO 35  –  PALLAMANO TRIESTE 1970 33   (p.t. 14-13)
SSV LOACKER BOLZANO: De Ehrenstein, De Leo, Di Giulio 1, Galvan, Gazzini 1, Javor 12, Martinati 1, Matlega, Memmich 2, Milicevic 5, Serafini, Trevisiol, Udovicic 7, Walcher, Zanetti 2, Zanon 4. All. Sporcic
PALLAMANO TRIESTE 1970: Garcia, Postogna, Ganz, Mazzarol, Antonutti, Pernic 5, Urbaz, Pujol 6, Parisato 1, Lo Duca, Andreotta, Pauloni 3, Lindström 6, Vanoli 2, Sandrin, Esparon 10. All. Carpanese

 Arbitri: Kurti e Lazzari

(nella foto credits Skalamera, il francese Clement Esparon autore di dieci reti a Bolzano)

Alessandro Asta

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

TRIESTE – Vernissage casalingo per la Pallacanestro Trieste, opposta nella seconda amichevole di questa pre season all’Ilirija Lubiana, squadra della capitale slovena neopromossa in massima serie.
C’è naturalmente tanta curiosità per iniziare a vedere dal vivo soprattutto i nuovi arrivati in biancorosso, ed il pubblico risponde come forse mai accaduto per una amichevole nella fase iniziale della preparazione: bel colpo d’occhio al Palatrieste nonostante il tempaccio, il giorno feriale e l’orario non propriamente attrattivo, con tanto entusiasmo ed ovazioni di benvenuto a coach Gonzalez, Mady Sissoko e Jamy’us Ramsey.
Per Juan Toscano Anderson, invece, l’applauso di benvenuto si trasforma ben presto nella prima standing ovation per un giocatore oggettivamente fuori scala rispetto a tutti quelli visti in biancorosso in epoca moderna.
Un paio di assenze importanti per la volonterosa formazione slovena infarcita di giovani e giovanissimi ma, come da tradizione per le squadre d’oltre confine, di grande carattere e dotati di eccellenti fondamentali che permettono loro di eseguire con diligenza e grande efficacia le direttive del loro coach.
Per Trieste è ancora assente Davide Moretti a cui si aggiunge l’ex compagno di squadra a Venezia Pietro Iannuzzi.Trieste si impone con un punteggio curiosamente molto simile a quello con cui aveva superato Trento (94-81), frutto soprattutto di una violenta accelerazione nel terzo quarto, quando, smesse per qualche minuto le pantofole, i ragazzi di Gonzalez decidono di ingranare la marcia più alta imponendo un parziale di una ventina di punti che alla fine determina il risultato nonostante le vorticose rotazioni negli ultimi dieci minuti.
Risultato che naturalmente non ha alcun significato, alla luce anche del fatto che, una volta terminata la fase di rodaggio, oggettivamente fra queste due squadre, considerata la lunghezza e la qualità dei due roster, il gap ad occhio non potrebbe essere inferiore ai 30 punti.
I biancorossi appaiono un po’ imballati a causa dell’intensa preparazione atletica che li sta impegnando in questi giorni, e dunque pretendere più di 10-15 minuti di intensità ad inizio settembre è impossibile.
Piuttosto embrionali anche i meccanismi sui due lati del campo, specie quando sono coinvolti i nuovi arrivati.
Il talento offensivo di cui Trieste è ampiamente dotata fa comunque inevitabilmente il suo lavoro, mentre in difesa (nonostante accenni di inedita zona sulle rimesse) l’intesa deve ancora visivamente essere registrata ed automatizzata.
Troppe entrate dal backdoor concesse, tantissime penetrazioni al ferro incontrastate, troppi rimbalzi in attacco conquistati dagli sloveni, ma sono tutti particolari che con il passare dei giorni e degli allenamenti verranno curati, smussati e perfezionati.
Sul versante offensivo si intravvede già la mano del nuovo coach: la squadra continua a prediligere la corsa ed il tiro da fuori, la ricerca della conclusione a più alta efficienza esattamente come nelle ultime due stagioni, ma nel momento in cui non è possibile concludere in transizione primaria, il gioco si fa più manovrato, ragionato ed apparentemente più razionale, al netto della caterva di palle perse causate, specie nel finale, dalla condizione approssimativa e dalla stanchezza.
La prima osservazione sul roster non può che essere dedicata ai giocatori riconfermati. Ross, Brown, Uthoff, Brooks, Ruzzier e Deangeli si intendono ormai a memoria: essere riusciti a mantenere l’ossatura base della squadra non era affatto scontato, non è un’impresa troppo comune in Serie A e costituirà un enorme vantaggio competitivo soprattutto nella prima fase della stagione con gran parte delle avversarie ancora alla ricerca della miglior chimica di squadra.
Oltretutto appaiono tutti già sufficientemente tirati atleticamente, sebbene decidano di amministrare le forze per gran parte della partita.
I quattro americani si sentono visivamente a casa loro sul grigio parquet triestino, sono a loro agio, si divertono e godono nel far divertire la gente.
Discorso a parte per Francesco Candussi, che alla luce della sua imponente stazza ha evidentemente bisogno di qualche giorno in più per entrare a regime dal punto di vista fisico: il lungo di Palmanova ha le gambe ancora imballate, di conseguenza ha qualche difficoltà nei close out difensivi ma anche banalmente nel salto per la conquista dei rimbalzi.
Sono note a tutti le sue doti da gladiatore e la sua determinazione, non vi sono dubbi che una volta riconquistata la migliore forma fisica ne conseguirà il rendimento che gli è valso la riconferma, fugando ogni perplessità sulla sua capacità di costituire un backup credibile per Mady Sissoko.
Grande attesa per vedere all’opera i nuovi giocatori. Ramsey, però, non è ancora giudicabile, gli viene concessa una passerella di qualche minuto, ma la guardia arrivata a Trieste solo da un paio di giorni appare ancora spaesata, affaticata dal fuso orario, forse anche disorientata dal dover metabolizzare in fretta un mondo di novità dentro e fuori dal campo.
Mady Sissoko fa già intravvedere le qualità che hanno spinto Mike Arcieri a puntare decisamente su un rookie per il ruolo fondamentale sotto canestro. Il ragazzo è estremamente intelligente, si limita ad eseguire ciò che gli viene richiesto: intimidire nel pitturato (le forzature degli avversari per evitarne le stoppate non entrano nelle statistiche ma sono determinanti), catturare rimbalzi sui due lati del campo, concludere da sotto possibilmente schiacciando.
Al momento questo è ciò che deve fare, ed interpreta il suo ruolo in modo chiurgico, stavolta, oltretutto, evitando di commettere falli ingenui che lo escluderebbero troppo presto dalla partita togliendo una rotazione fondamentale e forse l’unica chance per schierare un quintetto “pesante”.
Juan Toscano Anderson, infine, mostra già lampi di una classe diamantina. Si erge per esperienza e consapevolezza nei propri mezzi una spanna sopra tutti gli altri, esibisce una tecnica di base da lustrarsi gli occhi per pulizia e fluidità, predilige la corsa in contropiede ma ama anche innescare i compagni, cattura rimbalzi, ruba palloni, fa il duro quando è necessario farlo. E, soprattutto, dimostra doti di leadership dentro e fuori dal campo, ergendosi a punto di riferimento per i compagni, anche per i ragazzini schierati per qualche minuto dal coach. Al momento, è un alieno calato sul Palatrieste.
In ultima analisi, una passerella che ha divertito il pubblico, ma poco più di un utile allenamento con contenuti tecnici embrionali e suscettibili di evoluzione, perfezionamento, ulteriore sperimentazione sulla strada ancora abbastanza lunga che porterà all’esordio in campionato il 4 ottobre.
Ora l’asticella si alza in modo piuttosto deciso: domenica prossima al Taliercio (a porte chiuse) la Reyer costituirà il primo di tre test di livello elevato che potranno dare indicazioni un po’ più precise sul livello qualitativo reale di questo roster.
Poi, dopo il Fan Appreciation Day di mercoledì prossimo, venerdì 19 settembre alle 19.00 la seconda partita casalinga contro una squadra di Lubiana, ma stavolta toccherà alla ben più quotata Olimpia.
Per finire, il 23 settembre, Trieste volerà a Vitoria per una sfida in profumo di Eurolega, la riedizione dell’amichevole con il Baskonia.

(diritti riservati TSportintheCity)
Crediti: foto Panda Images
Ph. Antonio Barzelogna

In collaborazione con  Pallamano Trieste
TRIESTE
– È dolcissimo l’esordio per la Pallamano Trieste 1970 nel nuovo campionato di serie A Gold: in una battaglia infinita contro lo Junior Fasano, arrivano i primi punti preziosi e pesantissimi in classifica per la squadra di Andrea Carpanese.
Un 32-30 finale strappato con i denti, in un match con tanta fisicità che ha finito col premiare i biancorossi, sicuramente più lucidi a gestire gli ultimi minuti di partita.Trieste inizia la partita con Garcia, Pujol, Pernic, Esparon, Parisato, Lindstrom e Pauloni: il punteggio rimane bloccato a Chiarbola per tre minuti abbondanti con un paio di palle perse su ambo i lati del parquet.
È Codina su lato ospite a siglare la prima rete pugliese, a cui risponde qualche istante dopo Pujol: biancorossi avanti al 5’ con la rete di Parisato in ala, è poi il duo Pauloni-Pujol a ispirare un piccolo break interno, sospinto anche dalle parate di Garcia (5-2 all’8’).
Fasano resta in scia con le realizzazioni di Codina (di fatto, l’unico a segnare per il team di Iaia nella prima fase di match), Trieste però è estremamente chirurgica ancora in ala (terzo gol di Pauloni), restando sul +3 col sette metri realizzato da Esparon al 12’ (7-4).
L’ex Somma e il solito Codina ricuciono parzialmente lo strappo nel giro di un minuto scarso, approfittando di qualche passaggio a vuoto biancorosso in fase di costruzione del gioco sui nove metri.
Si rivede Vanoli in campo per i padroni di casa, con la decima rete di casa che porta la sua firma, è poi Boggia a fare -2 per Fasano al 22’ (10-8), ma nel momento di massimo sforzo i pugliesi si ritrovano con l’uomo in meno e lasciano spazio a un break interno che regala a Trieste anche cinque lunghezze di vantaggio (14-9, con due gol in pivot di Pernic), con i giuliani a chiudere i primi trenta minuti avanti di quattro con il tiro franco realizzato da un brillante Esparon (16-12).
Partono forte gli ospiti dopo la metà gara: serve un positivissimo Postogna tra i pali per evitare che Fasano si riavvicini oltre il -2 del 32’ ad opera di Marrochi e Gabriele Somma.
I giuliani ripartono col sette metri di Esparon (18-15), restando provvisoriamente sul +3 con la bella azione di Pauloni a servire Pujol che segna al volo il 21-18.
I pugliesi non mollano la presa, arrivando prima allo svantaggio minimo ispirati dai gol di Boggia e da un Codina nuovamente letale, trovando poi il pareggio a quota 22 (44’) che diventa 24-24 due minuti più tardi ancora con Gabriele Somma (che esce però per infortunio).
È ancora Esparon a togliere le castagne dal fuoco col suo decimo gol personale che rimanda avanti Trieste, mentre Fasano è costretta a rinunciare anche a Beorlegui (ferita all’arcata sopraccigliare).
Postogna continua a parare, così come Pernic a segnare in pivot: ci sono anche le realizzazioni di un ritrovato Lindstrom a tenere lontani gli ospiti (29-26 a 7’ dalla fine).
I pugliesi però tornano nuovamente in parità sul 29-29, consegnando gli ultimi tre minuti da thriller: segna Esparon su rigore, Boggia è invece una sentenza in ala, Lindstrom confeziona da lontano il 31-30 al 59’. Su lato opposto Marrochi perde palla e Pujol invece non fallisce il +2 che chiude i conti a 23’’.

PALLAMANO TRIESTE 32 – JUNIOR FASANO 30   (p.t. 16-12)

PALLAMANO TRIESTE: Garcia, Postogna, Ganz, Mazzarol, Antonutti, Pernic 3, Urbaz 1, Pujol 6, Parisato 1, Lo Duca, Andreotta, Pauloni 5, Lindstrom 4, Vanoli 1, Sandrin, Esparon 11. All. Carpanese
JUNIOR FASANO: Rossa, Leban, Guarini, Corcione, Belhareth, Boggia 7, D. Somma 1, Notarangelo 2, Dello Vicario 1, Capozzoli, G. Somma 3, Marrochi 1, Beorlegui 1, Codina 14. All. Iaia

Arbitri: Cardone-Cardone

Sette metri segnati: Trieste 6/6, Fasano 4/4. Esclusioni per due minuti Trieste 2, Fasano 6. Espulso Belhareth (F) al 47’

(nella foto credits Skalamera, la gioia dei giocatori biancorossi al termine della partita)

In collaborazione con  Pallamano Trieste – articolo di Pallamano Trieste Pagina Facebook 
 È arrivato il momento che tutti stavamo aspettando!
Stasera si apre ufficialmente la stagione della Serie A Gold 

 PalaChiarbola
 Sabato 6 settembre
⏰ Ore 20:00

I nostri ragazzi scendono in campo per la prima di campionato:
❤️ Pallamano Trieste VS Junior Fasano

Vi aspettiamo numerosi sugli spalti per sostenere la squadra e vivere insieme grandi emozioni! 
#TuttiAssieme #ForzaTrieste #SerieAGold 

(diritti riservati Pallamano Trieste)

In collaborazione con  Pallamano Trieste

TRIESTE – Una bella e intensissima ultima amichevole estiva, con annessa vittoria, chiude la preparazione estiva della Pallamano Trieste 1970.
Contro il quotatissimo Parenzo, la squadra di Andrea Carpanese fornisce risposte concrete a dieci giorni dall’esordio interno di campionato contro il Fasano, vincendo la sfida di Chiarbola per 23-20.
È un Trieste che deve pagare pegno in fatto di assenze sin dal primo minuto di partita: alle già preannunciate defezioni di Garcia, Vanoli e Pernic, si è aggiunto nelle ultime ore l’infortunio a Fernando Bono (per il centrale italo-argentino una microfrattura alla caviglia destra, rimediata nell’allenamento di martedì).
I biancorossi non partono però intimoriti, avanti sul 3-1 con Esparon, Parisato e Pauloni (3’), Coric riduce il gap per il Parenzo, è ancora Parisato in ala a far restare i giuliani sul +2.
E una buona difesa, con annessi giochi in seconda fase, portano Trieste sul 6-3 (doppietta di Pujol), vantaggio mantenuto anche al 14’ sul contropiede vincente di Urbaz innescato da una nuova palla.
I croati si rifanno sotto con Ivankovic (8-7), restando in scia con due sette metri disinnescati dal portiere Aleksic, ma è anche Postogna tra i pali biancorossi a esaltarsi in un paio di occasioni.
Il resto lo fa Esparon (tripletta in poco meno di tre minuti, oltre a un assist per il gol di Pujol), con i padroni di casa a chiudere la prima mezz’ora sul 14-12.
Si segna poco in apertura di ripresa, con una rete per parte nei quattro minuti iniziali (quella giuliana è a opera di Pujol).
Postogna in porta evita guai peggiori sugli attacchi del Parenzo, che trova comunque il pari al 40’ sul 15-15.
È nuovamente Pujol a far ripartire l’attacco di casa, Urbaz fa poi uno-due con due azioni fotocopia dopo recupero difensivo di squadra (18-15).
Gli ospiti patiscono una doppia inferiorità numerica e Trieste ne approfitta con Sandrin prima e Andreotta poi in pivot per andare sul momentaneo +4 (20-16 al 45’). I croati non mollano la presa, col break di 4-1 e il sette metri di Bajan a riaprire i conti a 8’ dalla fine (21-20): Esparon segna il +2 in un momento di difficoltà biancorossa, Antonutti e Lindström fanno la voce grossa in difesa e i padroni di casa rimangono ancora avanti nel punteggio sino alla fine, col 23-20 in pivot di Sandrin a chiudere il match.
E ora testa già alla Junior Fasano, con la prima sfida di campionato in programma sabato 6 settembre sempre a Chiarbola.

PALLAMANO TRIESTE 23  –  PARENZO 20  (primo tempo 14-12)
PALLAMANO TRIESTE: Lo Duca, Urbaz 3, Pujol 7, Postogna, Pauloni 1, Vanoli, Parisato 2, Mazzarol, Ganz, Lindström, Esparon 6, Giorgi, Antonutti, Andreotta 1, Sandrin 3. All. Carpanese

(nella foto credit Skalamera, l’ala italo-argentina Juan Pauloni in azione offensiva)

Alessandro Asta
Addetto Stampa Pallamano Trieste 1970

In collaborazione con  Pallamano Trieste – articolo di Pallamano Trieste Pagina Facebook
TRIESTE –  Sarà un venerdì “ ” quello che ci attende sul parquet di Krsko: l in Slovenia (inizio alle ore 19.00) i biancorossi vanno in cerca di nuove conferme e certezze all’interno della preparazione estiva precampionato.

Dopo la “due giorni” di Chiarbola dello scorso fine settimana – con relativo secondo posto conquistato nel – e prima dell’ultimo scrimmage interno di ̀ (in questo caso si giocherà alle ore 19.30), il team allenato da è chiamato a un ulteriore test ostico, contro una formazione come quella di Krsko ma che ha velleità di disputare un prossimo campionato da protagonista.

 “Dopo il torneo della scorsa settimana, in questi giorni ci siamo concentrati ad analizzare diverse situazioni, ” spiega il tecnico triestino.
“Stiamo cercando di mettere assieme tutti i diversi pezzi del nostro puzzle e ’ ̀ , riscontrando magari anche il tipo di risposta che ci forniranno anche gli altri ragazzi della panchina all’interno del nostro sistema di gioco.
̀, considero quella di domani solo un’ulteriore tappa per farci trovare pronti alla prima di campionato contro il Fasano”.

“Ci stiamo allenando molto e ora le sessioni sono diventate molto più tattiche rispetto a inizio della preparazione” commenta invece il . “Il lavoro che stiamo facendo in questi giorni è molto importante perché l’intesa e il gioco di squadra sono fondamentali per l’inizio della stagione: , già in ottica di ciò che ci attende sin dalla prima giornata di serie A Gold”.

(diritti riservati Pallamano Trieste – foto Renzo Raseni)

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

TRIESTE – Dopo una gestazione durata parecchie settimane, Michael Arcieri scioglie le riserve: l’ex coach dell’ALBA Berlino è il nuovo allenatore di Trieste
Una ricerca estenuante e meticolosa, quella che ha portato all’individuazione dell’uomo più adatto a raccogliere l’eredità di Jamion Christian sulla panchina triestina. Un uomo con caratteristiche umane e tecniche ben precise, che gli permettessero di adattarsi alla perfezione al progetto biancorosso in senso ampio, sia dal punto di vista strettamente cestistico che da quello filosofico, e dunque che potesse accettare senza problemi di arrivare “in corsa” a completare un puzzle già pressoché completo in campo ed attorno ad esso.
La scelta è caduta su un allenatore spagnolo dal curriculum importantissimo, fino alla passata stagione sulla panchina dell’Alba Berlino dove ha vinto un paio di campionati e due coppe nazionali, aggiungendo l’esperienza di più di 120 partite in Eurolega.
Un vero colpo a sorpresa quello del club giuliano, dal momento che il nome di Núñez non era mai trapelato attraverso le maglie strettissime del consueto riserbo della società biancorossa.
Ma è anche, e soprattutto, un grande colpo di mercato, che da un lato dà enorme credibilità al progetto di CSG a Trieste e dall’altro è il chiaro segnale delle reali ambizioni della proprietà.
Credibilità rafforzata dal fatto che sia stato lo stesso González ad approcciarsi ed interessarsi alla piazza giuliana, intrattenendo con il GM una stretta relazione fatta di scambi di informazioni e conoscenze, fino alla decisione finale che lo ha portato per due anni sotto San Giusto.
Una prima nota di colore, che si rivelerà importantissima soprattutto nei rapporti con i tifosi: il nuovo allenatore parla, oltre che la sua lingua e l’indispensabile inglese, anche un ottimo italiano.Ecco qualche cenno al suo percorso professionale, a cura dell’ufficio stampa della Pallacanestro Trieste:
Israel González è frutto della scuola cestistica iberica. Dopo l’apprendistato negli anni 90, ottiene il primo ruolo da Head Coach nel 2007 a Cantabria, per poi trascorrere un fondamentale periodo di apprendimento come assistente al CB Gran Canaria dal 2009 al 2017 nel massimo campionato spagnolo, prima con Pedro Martínez e poi, personaggio fondamentale per il suo sviluppo tecnico ed umano, con Aíto García Reneses. In questo periodo si occupa anche di sviluppo di talenti del settore giovanile.
Al termine del periodo a Gran Canarie, nel 2017, si trasferisce con Aíto García Reneses all’ALBA Berlino, per continuare il suo periodo di formazione ai massimi livelli. Da assistente vince due campionati tedeschi ed una Coppa nazionale. Nell’estate del 2021 viene finalmente nominato successore di Aíto come capo allenatore, conquistando già al suo primo anno campionato e coppa di Germania.
Da allora ha anche guidato la squadra della capitale tedesca in 129 partite di Eurolega, competendo dunque per anni contro le migliori squadre ed i migliori giocatori d’Europa.
Le squadre guidate da González hanno caratteristiche ben precise. L’attacco si basa sull’altruismo (“share the ball”, come più volte rimarcato in questi anni da Michael Arcieri come valore fondante del gioco anche di Trieste), con continuo movimento di palla e giocatori e libertà di creare all’interno di un sistema organizzato.
Quello che vuole generare è un basket “bello ed attraente”, come lui lo definisce, basato non su rigidi schemi predefiniti ma sulla capacità di lettura e coinvolgimento di tutti. La prevedibile conseguenza è che le sue squadre stazionino costantemente ai vertici della classifica degli assist in Eurolega.
Viceversa, in difesa, alla creatività offensiva si contrappone una grande concretezza. Il coach spagnolo è noto per il suo uso strategico della zona, ma intesa non come strumento passivo, bensì come chiave per rompere il ritmo dell’attacco avversario, con una grande aggressività capace di generare numerose palle perse.
Naturalmente per riuscirci pretende da tutti costante concentrazione e sforzo in ogni singolo possesso.
Il suo credo cestistico segue da vicino la filosofia appresa negli anni a fianco di Aíto García Reneses. Punto focale di tale filosofia è l’importanza data allo sviluppo dei giocatori: i risultati sono la conseguenza del certosino lavoro svolto prima di tutto sui singoli e poi sulla squadra nel suo insieme.
L’altro principio cardine, conseguenza del primo, è la cura di un basket corale che riesca a far emergere e valorizzare il talento di ognuno.
Il suo approccio è sintetizzato in quella che lui stesso definisce “bubble of happiness” (bolla della felicità), la creazione di un ambiente lavorativo talmente positivo e stimolante da generare nei giocatori la determinazione nel dare sempre il massimo.
Attenzione, però, a non scambiare tale strategia con un atteggiamento morbido o superficiale: è, piuttosto, un metodo molto elaborato e curato di gestione del gruppo finalizzato a massimizzare le prestazioni attraverso un ecosistema basato sul vivere bene ed in serenità, sul parlarsi a vicenda e su un grande senso di appartenenza. Aggiungendo a tutto ciò l’umiltà ed il rispetto per l’attaccamento e la passione dei fans (tipico dei coach europei, cresciuti in arene piuttosto calde), ne scaturisce un elevatissimo livello tecnico, di etica del lavoro ed umano, aspetti che definiscono alla perfezione il personaggio, rendendolo perfetto per incarnare il progetto sportivo triestino come declinato da GM e Presidente.
Se ne può dunque dedurre con tutta evidenza che la nomina di González non si limiti a quella di una mera conduzione tecnica, bensì vada nella direzione di imporre una chiara identità al futuro del club.
Riuscire ad approfittare del momento di mercato immediatamente successivo alla fine del suo ciclo tedesco (terminato anzitempo nella passata stagione a marzo) è stata una non semplice ma meritevole operazione basata sul tempismo, sebbene la disponibilità e l’interesse per la piazza da subito dimostrata dal coach abbiano certamente semplificato il suo sbarco a Trieste.

Le parole del Presidente e proprietario della Pallacanestro Trieste, Paul Matiasic:
“Portare Israel González a Trieste è una dichiarazione d’intenti e rappresenta un allineamento perfetto con la visione strategica del nostro club. Non abbiamo scelto solo un allenatore con un pedigree vincente, capace di conquistare da capo allenatore il campionato e la coppa nazionale in una lega competitiva come quella tedesca, ma anche una figura che riconosce e valorizza la cultura sportiva moderna che abbiamo costruito qui a Trieste. La sua comprovata abilità nello sviluppare il talento e di guidare squadre competitive e resilienti è esattamente ciò che serve per realizzare la nostra visione a lungo termine: affermare la nostra organizzazione come una forza in Italia e, in prospettiva, in Europa. La sua immensa esperienza, con quasi 130 panchine da head coach in EuroLega, è un asset di valore inestimabile che accelera il nostro percorso e definisce il livello delle nostre ambizioni. La grande stima di cui gode Israel nell’ambiente del basket europeo—tra colleghi allenatori, dirigenti, ex giocatori e arbitri—testimonia la serietà e l’impegno con cui allena e rappresenta un’organizzazione. Non vedo l’ora di collaborare strettamente con Israel per continuare a costruire sul nostro eccezionale successo, e do il più caloroso benvenuto a lui e alla sua famiglia nella nostra organizzazione.”

Le dichiarazioni del General Manager della Pallacanestro TriesteMichael Arcieri:
“Nel momento in cui ci apprestiamo a vivere i prossimi 50 anni di storia della Pallacanestro Trieste, e portiamo con orgoglio la nostra bandiera in giro per il continente nella Basketball Champions League, l’arrivo di Israel González come nuovo Head Coach ci mette nelle condizioni ideali per affrontare al meglio questo momento così speciale per la nostra storia. Il suo percorso da allenatore e la sua esperienza parlano da soli. Le sue qualità tattiche sono da tempo sotto gli occhi di tutti: da ammirare… e da prendere a esempio. Come insegnante e come guida, la sua presenza carismatica ma al tempo stesso elegante incarna perfettamente lo spirito della Pallacanestro Trieste. Dopo un’attenta e rigorosa selezione che ha coinvolto candidati di altissimo profilo provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente e dall’Asia, Israel si è distinto in ogni fase come la persona giusta per guidare la nostra squadra: unendo grande esperienza e competenza tecnica a valori ancora più importanti come integrità, umiltà, empatia, capacità di comunicazione e una profonda passione per il gioco vissuto nel modo più autentico e corretto. Oggi è un giorno davvero speciale per la nostra società e per la città. Accogliamo Israel e la sua famiglia con entusiasmo e con il più caloroso abbraccio triestino.”

(diritti riservati TSportintheCity)
Crediti: foto/grafica Pallacanestro Trieste

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Redazione

(diritti riservati TSportintheCity)