In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

TRIESTE – Dopo una gestazione durata parecchie settimane, Michael Arcieri scioglie le riserve: l’ex coach dell’ALBA Berlino è il nuovo allenatore di Trieste
Una ricerca estenuante e meticolosa, quella che ha portato all’individuazione dell’uomo più adatto a raccogliere l’eredità di Jamion Christian sulla panchina triestina. Un uomo con caratteristiche umane e tecniche ben precise, che gli permettessero di adattarsi alla perfezione al progetto biancorosso in senso ampio, sia dal punto di vista strettamente cestistico che da quello filosofico, e dunque che potesse accettare senza problemi di arrivare “in corsa” a completare un puzzle già pressoché completo in campo ed attorno ad esso.
La scelta è caduta su un allenatore spagnolo dal curriculum importantissimo, fino alla passata stagione sulla panchina dell’Alba Berlino dove ha vinto un paio di campionati e due coppe nazionali, aggiungendo l’esperienza di più di 120 partite in Eurolega.
Un vero colpo a sorpresa quello del club giuliano, dal momento che il nome di Núñez non era mai trapelato attraverso le maglie strettissime del consueto riserbo della società biancorossa.
Ma è anche, e soprattutto, un grande colpo di mercato, che da un lato dà enorme credibilità al progetto di CSG a Trieste e dall’altro è il chiaro segnale delle reali ambizioni della proprietà.
Credibilità rafforzata dal fatto che sia stato lo stesso González ad approcciarsi ed interessarsi alla piazza giuliana, intrattenendo con il GM una stretta relazione fatta di scambi di informazioni e conoscenze, fino alla decisione finale che lo ha portato per due anni sotto San Giusto.
Una prima nota di colore, che si rivelerà importantissima soprattutto nei rapporti con i tifosi: il nuovo allenatore parla, oltre che la sua lingua e l’indispensabile inglese, anche un ottimo italiano.Ecco qualche cenno al suo percorso professionale, a cura dell’ufficio stampa della Pallacanestro Trieste:
Israel González è frutto della scuola cestistica iberica. Dopo l’apprendistato negli anni 90, ottiene il primo ruolo da Head Coach nel 2007 a Cantabria, per poi trascorrere un fondamentale periodo di apprendimento come assistente al CB Gran Canaria dal 2009 al 2017 nel massimo campionato spagnolo, prima con Pedro Martínez e poi, personaggio fondamentale per il suo sviluppo tecnico ed umano, con Aíto García Reneses. In questo periodo si occupa anche di sviluppo di talenti del settore giovanile.
Al termine del periodo a Gran Canarie, nel 2017, si trasferisce con Aíto García Reneses all’ALBA Berlino, per continuare il suo periodo di formazione ai massimi livelli. Da assistente vince due campionati tedeschi ed una Coppa nazionale. Nell’estate del 2021 viene finalmente nominato successore di Aíto come capo allenatore, conquistando già al suo primo anno campionato e coppa di Germania.
Da allora ha anche guidato la squadra della capitale tedesca in 129 partite di Eurolega, competendo dunque per anni contro le migliori squadre ed i migliori giocatori d’Europa.
Le squadre guidate da González hanno caratteristiche ben precise. L’attacco si basa sull’altruismo (“share the ball”, come più volte rimarcato in questi anni da Michael Arcieri come valore fondante del gioco anche di Trieste), con continuo movimento di palla e giocatori e libertà di creare all’interno di un sistema organizzato.
Quello che vuole generare è un basket “bello ed attraente”, come lui lo definisce, basato non su rigidi schemi predefiniti ma sulla capacità di lettura e coinvolgimento di tutti. La prevedibile conseguenza è che le sue squadre stazionino costantemente ai vertici della classifica degli assist in Eurolega.
Viceversa, in difesa, alla creatività offensiva si contrappone una grande concretezza. Il coach spagnolo è noto per il suo uso strategico della zona, ma intesa non come strumento passivo, bensì come chiave per rompere il ritmo dell’attacco avversario, con una grande aggressività capace di generare numerose palle perse.
Naturalmente per riuscirci pretende da tutti costante concentrazione e sforzo in ogni singolo possesso.
Il suo credo cestistico segue da vicino la filosofia appresa negli anni a fianco di Aíto García Reneses. Punto focale di tale filosofia è l’importanza data allo sviluppo dei giocatori: i risultati sono la conseguenza del certosino lavoro svolto prima di tutto sui singoli e poi sulla squadra nel suo insieme.
L’altro principio cardine, conseguenza del primo, è la cura di un basket corale che riesca a far emergere e valorizzare il talento di ognuno.
Il suo approccio è sintetizzato in quella che lui stesso definisce “bubble of happiness” (bolla della felicità), la creazione di un ambiente lavorativo talmente positivo e stimolante da generare nei giocatori la determinazione nel dare sempre il massimo.
Attenzione, però, a non scambiare tale strategia con un atteggiamento morbido o superficiale: è, piuttosto, un metodo molto elaborato e curato di gestione del gruppo finalizzato a massimizzare le prestazioni attraverso un ecosistema basato sul vivere bene ed in serenità, sul parlarsi a vicenda e su un grande senso di appartenenza. Aggiungendo a tutto ciò l’umiltà ed il rispetto per l’attaccamento e la passione dei fans (tipico dei coach europei, cresciuti in arene piuttosto calde), ne scaturisce un elevatissimo livello tecnico, di etica del lavoro ed umano, aspetti che definiscono alla perfezione il personaggio, rendendolo perfetto per incarnare il progetto sportivo triestino come declinato da GM e Presidente.
Se ne può dunque dedurre con tutta evidenza che la nomina di González non si limiti a quella di una mera conduzione tecnica, bensì vada nella direzione di imporre una chiara identità al futuro del club.
Riuscire ad approfittare del momento di mercato immediatamente successivo alla fine del suo ciclo tedesco (terminato anzitempo nella passata stagione a marzo) è stata una non semplice ma meritevole operazione basata sul tempismo, sebbene la disponibilità e l’interesse per la piazza da subito dimostrata dal coach abbiano certamente semplificato il suo sbarco a Trieste.

Le parole del Presidente e proprietario della Pallacanestro Trieste, Paul Matiasic:
“Portare Israel González a Trieste è una dichiarazione d’intenti e rappresenta un allineamento perfetto con la visione strategica del nostro club. Non abbiamo scelto solo un allenatore con un pedigree vincente, capace di conquistare da capo allenatore il campionato e la coppa nazionale in una lega competitiva come quella tedesca, ma anche una figura che riconosce e valorizza la cultura sportiva moderna che abbiamo costruito qui a Trieste. La sua comprovata abilità nello sviluppare il talento e di guidare squadre competitive e resilienti è esattamente ciò che serve per realizzare la nostra visione a lungo termine: affermare la nostra organizzazione come una forza in Italia e, in prospettiva, in Europa. La sua immensa esperienza, con quasi 130 panchine da head coach in EuroLega, è un asset di valore inestimabile che accelera il nostro percorso e definisce il livello delle nostre ambizioni. La grande stima di cui gode Israel nell’ambiente del basket europeo—tra colleghi allenatori, dirigenti, ex giocatori e arbitri—testimonia la serietà e l’impegno con cui allena e rappresenta un’organizzazione. Non vedo l’ora di collaborare strettamente con Israel per continuare a costruire sul nostro eccezionale successo, e do il più caloroso benvenuto a lui e alla sua famiglia nella nostra organizzazione.”

Le dichiarazioni del General Manager della Pallacanestro TriesteMichael Arcieri:
“Nel momento in cui ci apprestiamo a vivere i prossimi 50 anni di storia della Pallacanestro Trieste, e portiamo con orgoglio la nostra bandiera in giro per il continente nella Basketball Champions League, l’arrivo di Israel González come nuovo Head Coach ci mette nelle condizioni ideali per affrontare al meglio questo momento così speciale per la nostra storia. Il suo percorso da allenatore e la sua esperienza parlano da soli. Le sue qualità tattiche sono da tempo sotto gli occhi di tutti: da ammirare… e da prendere a esempio. Come insegnante e come guida, la sua presenza carismatica ma al tempo stesso elegante incarna perfettamente lo spirito della Pallacanestro Trieste. Dopo un’attenta e rigorosa selezione che ha coinvolto candidati di altissimo profilo provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente e dall’Asia, Israel si è distinto in ogni fase come la persona giusta per guidare la nostra squadra: unendo grande esperienza e competenza tecnica a valori ancora più importanti come integrità, umiltà, empatia, capacità di comunicazione e una profonda passione per il gioco vissuto nel modo più autentico e corretto. Oggi è un giorno davvero speciale per la nostra società e per la città. Accogliamo Israel e la sua famiglia con entusiasmo e con il più caloroso abbraccio triestino.”

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Crediti: foto/grafica Pallacanestro Trieste