AQUILEIA (UD) – Con i primi giorni di settembre arriva il momento più difficile dell’anno. In questo periodo si deve accettare che la bella stagione volge al termine, che le vacanze sono finite, e che si ritorna sui banchi di scuola.
Tre situazioni che mal volentieri dobbiamo mandar giù, soprattutto per quanto riguarda l’ultima, quella dove, sempre, i ritmi saranno scanditi dal suono del campanello, per il cambio, in aula, di noiosi professori.
Ma fortunatamente non sempre è così e, ad Aquileia, abbiamo avuto modo di vivere questo cambio stagionale con una lezione tenuta da uno dei professori più autorevoli del nostro Paese. Roberto Vecchioni è salito in cattedra in Piazza del Patriarcato per tenere una delle lezioni più belle alle quali si possa assistere.
Dopo un saluto al pubblico, attraverso un omaggio all’antica città romana fatto con un resoconto storico, il professore ha iniziato la lezione alternando l’esecuzione delle sue gemme, con riflessioni, commenti, consigli di vita, richiami storici e filosofici, ad introdurre ogni suo brano.
Cattura l’attenzione ed ammalia con la sua presenza, proprio come un buon insegnante dovrebbe fare per far crescere gli allievi, formarli e metterli sulla strada giusta per affrontare la vita e non finire nei guai.
Abbigliamento casual come ci ha ben abituati, nonostante le ottantadue primavere Vecchioni non vuole fermarsi, e si vede che lo fa per amore.
Amore verso la vita, verso il suo pubblico e verso le donne, muse cantate in diversi dei suoi brani della sua lunga carriera.
Seduto sullo sgabello con la mano sinistra quasi sempre in tasca come ad un informale incontro tra amici, non risparmia commenti sulla società e su quanto accade attorno a noi; non te le manda a dire il buon prof., anche adoperando termini non proprio accademici e per nulla consoni ad un’aula.
Ma lui, come ogni buon insegnante che abbiamo amato veramente, sa come farsi ascoltare dai suoi allievi, tutti in piedi sotto al palco ad acclamarlo per il gran finale dei bis Luci a San Siro e Samarcanda.
Ma Vecchioni non è solo questo. Dal 1971 ha regalato tanti di quei capolavori che le due ore di concerto concedono solamente un’attenta selezione di quanto prodotto negli anni come Ti insegnerò a volare, La mia ragazza e Voglio una donna, El bandolero stanco e Cappuccio Rosso, Sogna, ragazzo, sogna e Chiamami ancora amore, tutte eseguite magistralmente dai suoi fidi assistenti di cattedra Lucio Fabbri, Massimo Germini, Antonio Petruzzelli e Roberto Gualdi.
Inutile commentare oltre, possiamo solamente aggiungere che l’organizzazione di Assoeventi e Zenit Srl ((in collaborazione con il Comune di Aquileia, la Regione Friuli Venezia Giulia e PromoTurismoFvg), ha permesso al pubblico di assistere ad una bellissima lezione che difficilmente si potrà scordare.

 

 Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste

Foto di Katia Bonaventura