TRIESTE – Talvolta capitano delle occasioni da prendere al volo, opportunità da non farsi sfuggire, situazioni per le quali abbiamo la possibilità di assistere ad esibizioni di autentici fenomeni, che non è detto però possano ritornare dalle nostre parti .
Nello specifico, per la serata in questione, qualcuno è venuto appositamente da fuori città, macinando centinaia e centinaia di chilometri.
In un periodo in cui si punta prevalentemente a spettacoli di tribute e cover band che, senza nulla togliere, hanno forse saturato la piazza, abbiamo comunque ancora la fortuna di poter contare su realtà che proseguono con il loro percorso di ricerca ed offerta di artisti e spettacoli originali.
Lachy Doley è un giovane australiano, un organista moderno appartenente alla sfera del mondo del Rock, uno che ha già fatto parlare tanto di sé  e del suo modo di suonare, tanto da essersi aggiudicato il titolo di “Jimi  Hendrix dell’Hammond”.
Tra il pubblico molti i nomi noti delle scena musicale triestina e non, tutti pronti a godere delle sue incursioni sulle tastiere che, per un soffio, causa il temporale pomeridiano sulla città, stavano quasi per essere annullate.
Giove Pluvio però non ha fatto i conti con lo staff del Teatro Miela, organizzatore dell’evento che rientra nella rassegna Miela Music Live a sua volta inserita nel calendario estivo del Trieste Estate.
Con mezz’ora di ritardo rispetto al previsto, dopo gli ultimi accorgimenti messi a punto da parte dei tecnici, lo spettacolo ha comunque inizio .
Direttamente dagli antipodi del globo terrestre, ecco un power trio che scuote le mura del Castello di San Giusto con ben due ore di ottima musica… e che musica signori!
Sound compatto, groove da ipnosi, anima da vendere, il Lachy Doley Group, oltre al leader che dona il nome al progetto, vede sul palco basso e batteria d’alto livello.
Per lo più divenuto celebre grazie ai filmati che si trovano sul web, Doley cattura e sorprende per la verve, l’energia ed il modo di suonare e di interpretare i brani celebri della storia del Rock, che sceglie di eseguire per omaggiare,  a suo modo, i grandi della musica (Hendrix, Lennon, Winwood).
Ammetto di non averlo mai conosciuto prima che il Miela ufficializzasse questa data, ma ho letteralmente adorato l’interpretazione del genere da lui proposto ed il suono dell’organo, suonato realmente in maniera assurda …beh, mi ha veramente tramortito.
Credo che in parecchi, anzi, tutti noi, stasera siamo usciti dalle mura del Castello con un insolito entusiasmo; abbiamo colto la palla al balzo, non ci siamo lasciati sfuggire quest’opportunità, e abbiamo fatto bene!
Ah si…peccato per chi non c’era…

Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste

Foto di Giuseppe Vergara