News dalla radio

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

PALLACANESTRO REGGIANA – PALLACANESTRO TRIESTE: 81-96
Pallacanestro Reggiana: Barford 9, Gallo n.e., Winston 22, Faye 13, Smith 7, Uglietti 7, Fainke n.e., Vitali 3, Faried 3, Grant 3, Chillo 6, Cheatham 8.
Allenatore: D. Priftis. Assistenti: F. Fucà, G. Di Paolo.
Pallacanestro Trieste: Obljubech n.e., Ross 16, Reyes, Deangeli (k), Uthoff 18, Ruzzier, Campogrande n.e., Candussi 10, Brown 22, Brooks 5, Johnson 11, Valentine 14.    Allenatore: J. Christian. Assistenti: F. Taccetti, F. Nanni, N. Schlitzer.
Arbitri: Lo Guzzo, Bettini, Noce.

REGGIO EMILIA – Alla fine, le parole di presentazione del match pronunciate in settimana da Jamion Christian, usualmente da interpretare come l’oracolo di Delfi, si svelano al quarantesimo di una partita che Trieste domina sotto tutti gli aspetti: quella sul parquet del PalaBigi, secondo la sua previsione, sarebbe infatti stata per i biancorossi una occasione da cogliere, da affrontare con la squadra finalmente, per la prima volta, al completo.
Particolare, quest’ultimo, che fino alla palla a due pareva una utopia irrealizzabile, con Michele Ruzzier privo di allenamento in settimana con una caviglia malconcia e con le condizioni di Colbey Ross e Justin Reyes custodite in cassetta di sicurezza come la cartella clinica di Donald Trump.
Ed invece, Trieste si presenta sul parquet emiliano in palla e baldanzosa, preparata come pochissime volte accaduto in precedenza e, finalmente, con la possibilità di distribuire minuti e responsabilità in modo equanime senza la necessità di spremere nessun giocatore minandone lucidità e tenuta atletica nei minuti decisivi.
E, soprattutto, con la leggerezza di non doversi affidare necessariamente ed esclusivamente ai suoi go-to man designati, coloro che spesso in stagione erano riusciti a fare di necessità virtù rivelandosi match winner grazie alla loro classe debordante, ma che alla fine cominciavano a diventare prevedibili e, dunque, facilmente arginabili dalle difese avversarie.
E’ per questo che la partita di Reggio Emilia poteva effettivamente essere considerata un’occasione: quella di godere del lusso di un’intera settimana di allenamenti utili per studiare l’avversario, sviscerare le (poche) falle della miglior difesa della Serie A, magari preparando soluzioni difensive che potessero ribaltare una possibile superiorità strategica emiliana nel pitturato.
Di fronte, una squadra che di giorni (ed energie psico-fisiche) da dedicare al percorso di avvicinamento all’anticipo di campionato, seppur importantissimo contro una avversaria diretta in classifica, ne ha avuti appena due, dovendo oltretutto smaltire tossine e conseguenze fisiche della pur vittoriosa battaglia contro Bonn, che tolgono dai giochi fin dall’inizio il centro francese Stephane Gombauld, tenuto a riposo da coach Priftis.
L’occasione a cui si riferiva l’oracolo, che tanto aveva acceso la fantasia nei giorni scorsi, era dunque proprio quella di poter approfittare di una situazione che gli consente finalmente di ruotare almeno 10 giocatori, disponendo in modo cinico della condizione fisica approssimativa degli avversari anche per ottenere il doppio premio dei due punti di vantaggio in classifica e del ribaltamento della differenza canestri, particolare quest’ultimo che proprio con queste due squadre protagoniste evoca sinistri ricordi. (altro…)

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

PALLACANESTRO TRIESTE – PISTOIA BASKET: 80-75
Pallacanestro Trieste: Bossi, Ross 8, Reyes 2, Deangeli (k), Uthoff 10, Ruzzier 5, Campogrande n.e., Candussi 12, Brown 8, Brooks 10, Johnson 8, Valentine 17.
Allenatore: J. Christian. Assistenti: F. Taccetti, F. Nanni, N. Schlitzer.
Pistoia Basket: Benetti n.e., Christon 3, Della Rosa (k), Anumba, Pinelli n.e., Rowan 10, Kemp 22, Cooke Jr 6, Forrest 22, Boglio n.e., Saccaggi, Silins 12.
Allenatore: Gašper Okorn. Assistenti: Tommaso Della Rosa, Giuseppe Valerio.

Arbitri: Mazzoni, Pepponi, Lucotti.

TRIESTE – Trieste completa con una vittoria il girone d’andata, gira la boa al settimo posto forte di nove successi in 15 partite ed ora è attesa, tanto per rimanere in tema velistico, da un lato di bolina in cui lo skipper dovrà essere bravo a catturare ogni alito di vento per mantenere salda la rotta.
Un lato di bolina che inizierà con due trasferte consecutive a Reggio Emilia (raggiunta in classifica da Trieste proprio sull’ultima virata, ma che ha tirato per vincere a Milano, fallendo il buzzer beater), al Forum di Assago sul campo dei campioni d’Italia (che precedono Trieste di sole due lunghezze), in casa con Tortona (che, vincendo per il rotto della cuffia in casa con Scafati riesce a rimanere per un soffio nelle F8) e sul campo della attuale capolista solitaria Leonessa Brescia, prima di assaporare l’atmosfera dei grandi eventi alla Inalpi Arena di Torino, dove è attesa dall’ambiziosa Trapani per il quarto di finale di Coppa Italia.
Final Eight che Trieste raggiunge per la terza volta negli ultimi cinque anni: nella prima occasione, nel 2020/2021 la squadra guidata da Eugenio Dalmasson finì settima il girone d’andata ma con soli 14 punti in classifica, la seconda volta, nella stagione successiva, con la guida di Franco Ciani i biancorossi finirono addirittura terzi pur conquistando lo stesso numero di vittorie della squadra attuale.
In entrambi i casi la qualificazione finì per essere di per sé stesso un traguardo e sfociò in due esibizioni rinunciatarie nei quarti di finale, in cui Trieste fu massacrata da Brindisi e da Tortona.
Ma alla Coppa Italia -ed alla determinazione nel tentare di vincerla veramente- c’è ancora tutto il tempo per prepararsi, e lo stesso Jamion Christian la vede come un impegno ancora ben oltre l’orizzonte.
Tutta la sua attenzione è ora concentrata, piuttosto, sull’impegno di sabato prossimo a Reggio Emilia, dove la sua squadra avrà il compito (lui la definisce “l’occasione”) di ribaltare il -12 con il quale gli emiliani si imposero lo scorso ottobre al PalaTrieste.
E dunque, anche e soprattutto per tutto ciò che attende i biancorossi nelle prossime settimane, il risultato della partita contro Pistoia andava ben al di là della curiosità di conoscere il piazzamento finale dopo metà campionato con la conseguente definizione del tabellone delle finals di Torino. (altro…)

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

GIVOVA SCAFATI – PALLACANESTRO TRIESTE: 107-110
GIVOVA SCAFATI: Gray 30, Sangiovanni n.e., Zanelli, Anim 7, Ulaneo 5, Sorokas 13, Borriello n.e., Miaschi 2, Pinkins (k), Cinciarini 13, Stewart 29, Jovanovic 8.
Allenatore: D. Pilot. Assistenti: D. Chiariello.
PALLACANESTRO TRIESTE: Bossi n.e., Ross 25, Reyes n.e., Deangeli (k), Uthoff 17, Ruzzier 4, Campogrande, Candussi 10, Brown 17, Brooks 10, Valentine 27.
Allenatore: J. Christian. Assistenti: F. Taccetti, F. Nanni, N. Schlitzer.

Arbitri: Sahin, Gonella, Catani.

SCAFATI – Alla fine, come da copione, la speranza di vedere finalmente la squadra al completo in Campania rimane una pia illusione: per l’ennesima volta dall’inizio del campionato un contrattempo priva Jamion Christian di un giocatore fondamentale, il suo pivot titolare fermato da un attacco di gastroenterite, con Justin Reyes sceso con la squadra in Campania in una delle trasferte più lunghe dell’anno solo per onor di firma.
Ma questa squadra, come sempre, sa fare di necessità virtù, sbanda, sbaglia, fa arrabbiare coach, GM e tifosi, ma si riprende quando serve e conquista il pass per le finali di Coppa Italia di Torino con una giornata di anticipo.
Vittoria niente affatto scontata anche sul campo di una squadra dal rendimento altalenante ed in affanno in graduatoria, specie in una giornata che, con numerosi risultati a sorpresa, dimostra che in questo campionato nessuno può dare nulla per scontato.
Niente male per una neopromossa, che come l’altra nuova invitata al gran ballo, delle classiche caratteristiche della neopromossa ha davvero ben poco.
Proprio l’assenza di Jayce Johnson, che avrebbe dato a Trieste un vantaggio strategico nel pitturato costringendo gli avversari, Pinkins e Jovanovic compresi, a ruotare prevalentemente lontano dal ferro, crea per gran parte del primo tempo una falla clamorosa a livello difensivo, con il piano “B” (Brooks e Uthoff ad alternarsi da 5) incapace di contenere l’evidente sbilanciamento fisico a favore dei lunghi gialloblu. (altro…)

In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

PALLACANESTRO TRIESTE – REYER VENEZIA: 70-76
Pallacanestro Trieste: Obljubech n.e., Bossi n.e., Ross 6, Deangeli (k), Uthoff 16, Ruzzier 5, Campogrande n.e., Candussi 3, Brown 8, Brooks 9, Johnson 6, Valentine 17.
Allenatore: J. Christian. Assistenti: F. Taccetti, F. Nanni, N. Schlitzer.
Reyer Venezia: Tessitori(k) 6, Lever n.e., Casarin 3, Fernandez, Moretti 11, Ennis 9, Janelidze n.e., Kabengele 11, Parks 18, Wheatle, Simms 11, Wiltjer 7.
Allenatore: Neven Spahija. Assistenti: Emanuele Molin, Alberto Billio, Veljko Perovic.

Arbitri: Paternicò, Galasso, Marziali.

TRIESTE – Alla fine va come deve andare, vince la squadra che sbaglia meno nei momenti più importanti ed è abile nel far valere la sua straripante fisicità sotto canestro.
Trieste spreca malamente alcune occasioni per ricucire lo strappo finale, fallisce un paio di tiri aperti ed un paio di tiri liberi (tra l’altro con il giocatore che più di tutti avrebbe voluto segnarli per motivi che vanno ben oltre il risultato della singola partita), perde un paio di palloni sanguinosi e subisce dall’altro lato la rara qualità di un giocatore come Jordan Parks di tirare fuori dalla spazzatura palloni ormai perduti e trasformarli in oro colato per la sua squadra.
Venezia vince con merito un derby brutto e teso, in cui i difetti sono più evidenti meglio dei pregi, in cui gli errori incidono più delle esecuzioni ben fatte, ma alla fine vince chi, tutto sommato, sbaglia di meno quando conta.
A proposito di difetti: una partita così importante dal punto di vista della classifica, giocata davanti a 5800 spettatori abbondanti, con così tanti campioni in campo per giocare una partita a scacchi tesissima anche dal punto di vista mentale, avrebbe certamente meritato di essere condotta da un trio in grigio perlomeno all’altezza dell’evento.
Paternicò, Galasso e la signora Marziali, più che in altre occasioni, sono pesantemente protagonisti in negativo, sbagliano spesso metro di giudizio ed oltretutto lo cambiano più volte in corso d’opera risultando a fasi alterne permissivi fino ad ignorare contatti da rugby e subito dopo fiscali fischiando anche i giri d’aria, prendono decisioni cervellotiche dettate presumibilmente da mania di protagonismo -non crediamo all’incompetenza, quello sarebbe davvero troppo- danneggiando prima di tutto lo spettacolo e risultando, in modo eufemistico, ben poco casalinghi.
La società è nuovamente diplomatica, come di consueto si rifiuta di commentare la conduzione arbitrale ed anzi ne elogia le capacità comunicative (sebbene non si esprima sui contenuti di tali comunicazioni), ma a questo punto, a tutela se non altro degli ingenti investimenti effettuati in estate, potrebbe essere giunto il momento di far sentire la propria voce in Lega (che prevedibilmente aggiungerà danno alla beffa affibbiando l’ennesima pesante multa a Trieste per aver messo in scena una protesta peraltro sempre rimasta nei limiti di fischi legittimi e meritati).
Però Trieste, è bene sottolinearlo nuovamente, non perde la sfida con gli orogranata a causa delle decisioni arbitrali. La perde perché non trova le contromisure adeguate ad una difesa asfissiante già a metà campo in apertura di secondo tempo, nonostante schieri il quintetto base, quello che finora aveva portato più dividendi alla causa biancorossa. (altro…)

Twitter