TRIESTE – Finalmente Zucchero nuovamente in concerto a Trieste.
Sono passati quasi sedici anni dall’ultima volta che l’abbiamo sentito suonare qui “da noi”, nel capoluogo regionale, anche se un minimo di speranza che l’attesa potesse terminare da un momento all’altro era già balzata nei nostri cuori un anno fa, quando il suo tour aveva fatto tappa a Palmanova dopo ben dieci anni di assenza dalla nostra Regione.
L’ottimo colpo messo a segno dallo grande squadra di Azalea (fortunatamente ci son loro ad organizzare questi eventi), ha fatto sì che per Zucchero si potesse prenotare la splendida cornice di Piazza Unità d’Italia a Trieste per ben due serate. Inutile dire che, nonostante il doppio appuntamento, la corsa al biglietto iniziata sin dal primo momento, ha lasciato ben poco agli indecisi dell’ultimo minuto.
Così, con questo gradito doppio ritorno, sono ritornati anche i grandi eventi live nel salotto buono triestino grazie alla rassegna Live in Trieste che, una volta partita per altri luoghi la carovana Fornaciari, vedrà un altro grande nome della musica italiana esibirsi nello stesso luogo: Biagio Antonacci sabato 15 luglio.
Ma veniamo a noi, al primo dei due concerti triestini, quello al quale abbiamo avuto modo di prendere parte. Uno spettacolo molto generoso (più di due ore e mezza senza interruzioni), composto da una scaletta tutt’altro che scontata dove, a gran sorpresa, sono apparsi anche brani da molto tempo lasciati nel cassetto in sostituzione di altri divenuti nel corso delle varie tournee fin troppo abituali.
Cose, queste, che permettono ad uno spettacolo di rinnovarsi e mantenere una gradita genuinità. Non sono, però, nemmeno mancate le sorprese, almeno in questa prima serata, come l’apparizione sul palco della figlia Irene.
Mi piacerebbe poter andare per ordine, ma l’ispirazione per redigere la mia cronaca è un fiume in piena, ed è meglio che non perda la corrente.
Come da programma Zucchero si congeda dal pubblico lasciando il proprio copricapo sull’asta, sopra al microfono, accompagnando il gesto dal motto di Marvin Gaye “Ovunque io appoggi il mio cappello, quella è casa mia”, e usato dal nostro artista in segno di saluto e ringraziamento verso il pubblico e le varie località che lo accolgono.
Oramai Sugar ha suonato in tutto il mondo, l’avrà girato chissà quante volte a tal punto da essere uno di casa ovunque, uno con il quale ci si dà del tu. Tanto è vero che in diversi, tra il pubblico, lo chiamano a gran voce addirittura Adelmo, ovvero il suo nome di battesimo (“Adelmo è un nome da contadino e Zucchero da musicista. Sono sempre io, le due facce della stessa medaglia” da Tutto Compact n. 3 del 1989, testi a cura di Stefano Bianchi). Ecco quindi svelato l’arcano a lei, cara signora della quinta fila seduta affianco a me, che tanto ha tormentato il moroso affinché le svelasse il mistero di questo nome inconsueto! Adelmo appunto.
Sul palco, ad accompagnare il nostro Adelmo, una squadra di calcio composta da undici fuoriclasse pescati in diverse parti del mondo tra Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Cuba, Camerun.
Inutile ricordare che in mezzo a queste All Stars spiccano il chitarrista Mario Schilirò ed il bassista, nonché direttore artistico, Polo Jones, entrambi con Sugar sin dagli inizi.
Hey Man e Dune Mosse, i brani più datati, L’urlo la perla inaspettata, The scientist la cover dei Coldplay (dal recente Discover del 2021), come omaggio alla band inglese in segno di amicizia.
Con Baila (Sexy thing) il pubblico esplode, abbandona le sedie e corre a ballare sotto al palco, mettendo a dura prova e sfidando il servizio di sicurezza che cercava di rimandare tutti ai propri posti.
Con Miserere il duetto virtuale e commovente con l’amico Luciano Pavarotti (Quando Zucchero lo convinse a registrare l’intervento nel brano Miserere, seduto sul divano della sua casa di Macerata, Pavarotti fu preso dal panico. Chi mi da gli attacchi? E l’orchestra? L’orchestra dov’è? E Zucchero prontamente: “L’orchestra è già registrata e la senti in cuffia, gli attacchi te li do io stringendoti l’avambraccio” da Troppe zeta nel cognome di Mario Luzzato Fegiz del 2017).
Poi ancora un altro duetto, questa volta con la figlia Irene per il brano Cose che già sai, seguito da Diamante, Diavolo in me e Per colpa di chi?
World Wild Tour è il nome di questa tournée partita più di un anno fa e che ancora sta girando tutto il globo. Ben felici di aver preso parte a questa bellissima festa, avevamo bisogno di “tanta dolcezza”!
Per tanto tempo abbiamo sperato in almeno in po’ di Zucchero e questo bellissimo e abbondante concerto ci ha fatto sicuramente salire la glicemia.
Ben tornato Zucchero!

di Cristiano Pellizzaro per Radio City Trieste

foto di Manuel Demori (per la serata del 04 luglio)

e di Simone Di Luca (per la serata del 05 luglio)