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In collaborazione con TSportintheCity – articolo di Francesco Freni

Pallacanestro Trieste – Bertram Derthona Basket 91-81         Parziali: 15-29 / 41-43 // 64-61 / 91-81     Progressivi: 15-29 / 26-14 // 23-18 / 27-20
Pallacanestro Trieste: Toscano-Anderson n.e., Ross 10, Deangeli 0, Uthoff 6, Ruzzier 16, Sissoko 8, Candussi 3, Iannuzzi n.e., Brown 17, Brooks n.e., Moretti 14, Ramsey 17. Coach: I. Gonzalez. Assistenti: F. Nanni, F. Taccetti, N. Schlitzer.
Bertram Derthona Basket: Vital 17, Hubb 14, Gorham 16, Pecchia 2, Chapman 0, Di Meo n.e., Tandia n.e., Strautins 17, Baldasso 3, Olejniczak 4, Biligha 2, Rismaa 6. Coach: M. Fioretti. Assistenti: I. Squarcina, A. Vicenzutto.

Arbitri: B.M. Attard, F. Paglialunga, A. Nicolini.

TRIESTE – Capitolo 7 del manuale di psichiatria: sdoppiamento della personalità. Dopo 50 minuti in balia degli avversari, frustrati ai limiti della rassegnazione, deconcentrati e disattenti, sul filo di una pioggia di fischi spazientiti che per la prima volta piovono -timidamente- dagli spalti, gli uomini di Gonzalez smettono i panni mansueti della vittima predestinata e si ribellano ad un risultato che sembra di nuovo già scritto dopo cinque minuti.
E’ il quintetto “operaio” all Italian con l’aggiunta di Markel Brown, subentrato ai primi cinque nel momento peggiore, a portare una scossa prima di tutto morale alla partita. Ruzzier e Moretti, Candussi (influenzato ma regolarmente in campo pur senza allenamento) ed un Lodo Deangeli indemoniato in difesa riprendono una situazione che sul -18 e con Tortona in delirio di onnipotenza ben oltre i demeriti difensivi triestini sembrava aver già posto l’epitaffio sul risultato a 30 minuti dalla sirena finale ed avviato di conseguenza processi e ricerca di responsabilità.
Gli ospiti, peraltro, aiutano cortesemente Trieste disputando un secondo quarto fotocopia del primo biancorosso: smettono di condividere la palla affidandosi alle iniziative personali di uno Strautins motivatissimo al rientro, di un Hubb che va via via spegnendosi dopo un avvio perfetto e di un Tommaso Baldasso non certo alla sua miglior partita in stagione.
Trieste riprende a catturare rimbalzi dopo essere stata letteralmente sovrastata sui due lati del campo, trova canestri e coraggio con un ispirato Ruzzier (che finalmente torna a guardare il canestro esibendosi in un 4/4 da fuori da antologia che gli permette, tra le altre cose, di superare i 1500 punti in LBA) ed un Moretti che, quando sta bene e gli viene concesso spazio, si dimostra ancora una volta letteralmente imprescindibile: il Moro sa fare veramente tutto, difende, ruba palloni, è un eccellente passatore e, soprattutto, è il tipico giocatore di striscia.
Quando va in ritmo prende fiducia ed al tiro diventa pressoché infallibile. Aggiungendo il non trascurabile particolare che non si tira di certo indietro quando è necessario prendersi responsabilità importanti nei momenti decisivi, si comprende come in questa fase del campionato l’ex Reyer sia probabilmente uno fra i giocatori chiave a disposizione del coach.
Risultato: il timido dottor Jekill si trasforma nel terrificante Mister Hyde, Tortona segna 14 punti nei secondi dieci minuti (Trieste ne aveva segnato 15 nei primi dieci), la partita torna magicamente ed in modo del tutto imprevisto in totale equilibrio e vi resterà fino a due minuti dal termine.
Piuttosto esplicativi i plus /minus di Moretti, Brown, Candussi e Deangeli: rispettivamente +15, +14, +15 e +13.
Nel secondo tempo Trieste si mette addirittura a difendere, ed è forse la notizia più clamorosa. Lo fa in modo organizzato, convinto e con ferocia agonistica, aggredendo il portatore di palla, passando sui blocchi, impedendo sistematicamente che il lungo (non un fulmine di guerra il possente polacco Olejniczak) riceva e concluda il pick and roll con aiuti puntuali portati dall’uomo giusto.
Subisce una quantità abnorme di punti in transizione (addirittura 22), generati essenzialmente dalle 18 palle perse, ma da qualche parte è pur necessario mollare.
Per contro, a mano a mano che ci si avvicina alla fine, cattura pressoché tutti i rimbalzi difensivi, concedendo a Tortona solo quelli dalla traiettoria imprevedibile: sono lo stesso ben 16 i rimbalzi offensivi degli ospiti, ma accumulati soprattutto nelle prime fasi dell’incontro.
Per contro, dall’altro lato del campo, soprattutto con Uthoff e Sissoko si concede più volte preziosissime seconde chance andando a catturare carambole che, alla fine dei conti, si riveleranno decisive.
Nasce tutto da lì: l’ottima difesa permette di raggiungere Tortona e di accumulare anche qualche punto di vantaggio, pur senza riuscire mai a scrollarsi di dosso un’avversaria che ribatte colpo su colpo.
La difesa permette pure di segnare molto in transizione, anche se i colpi letali vengono portati da oltre l’arco da Moretti prima e Markel Brown poi (l’avvicendamento nel finale del primo con il secondo genera qualche mugugno sugli spalti, zittito da un paio di rimbalzi raccolti al piano di sopra e dalle due triple decisive realizzate dal cocapitano) con l’aggiunta di un ispiratissimo Ruzzier, un glaciale Uthoff e di un Ramsey fin lì silente ma il solito serpente velenosissimo quando decide di mettersi in proprio, specie quando aggredisce una difesa limitata da quattro giocatori con quattro falli sulle spalle a limitarne le possibilità di contenimento.
Trieste è brava ad approfittarne: come sempre successo, con i suoi migliori tiratori di liberi -Ramsey ma anche Colbey Ross- tende a penetrare, cercare il contatto ed a conquistare di conseguenza ben 27 tiri liberi, trasformati con una percentuale vicina al 90%.
Un vero fattore, anche perchè dall’altro lato a Tortona ne vengono concessi solo 11.
E poi, è quasi matematico: quando i biancorossi giocano di squadra, condividono il pallone, mettono il compagno in ritmo nelle condizioni di prendere la migliore soluzione possibile al tiro, esprimono la loro migliore pallacanestro e, tendenzialmente, vincono.
Concetto sintetizzato dalla quantità di uomini in doppia cifra, ben 5, senza solisti accumulatori di statistiche.
Alla fine la Bertram fallisce anche triple piedi a terra “battezzate” dalla difesa triestina, non riesce in alcun modo a scardinare il pitturato avversario anche perchè Sissoko intimidisce con la sua sola presenza, e quando Hubb fa zero su due dalla linea del tiro libero esibendosi in poco consueto air ball sul secondo tentativo non le resta che alzare la bandiera della resa, senza nemmeno riuscire a limitare il passivo in vista di un doppio confronto che si preannuncia serrato.
Per Trieste una vittoria imperfetta, con sprazzi di basket piacevole alternati a bestialità cestistiche troppo osé per essere raccontate senza SPID, ma anche qualche progresso nel processo di perfezionamento degli automatismi sui due lati del campo che lascia ampi margini per poter essere ottimisti.
E, soprattutto, finalmente, la garra, il carattere, gli attributi che piacciono alla gente ancor più della perfezione tecnica, e che erano stati i grandi assenti per gran parte del primo mese di stagione.
Dal -18 fotocopia della debacle al PalaLeonessa al +10 dopo mezz’ora di gioco, oltretutto ottenuto nonostante le pesantissime assenze di Brooks e Toscano Anderson in ruoli nei quali Tortona è super attrezzata (sconosciuti i tempi di rientro per il primo, sicuramente non sarà in campo a Cremona.
Risentimento lombare per il secondo, con maggiori possibilità di rientro immediato in campo.
L’impressione è che quando, oltre ai difetti cronici costituiti da alcuni aspetti difensivi e soprattutto dall’inspiegabile quanto irritante approccio morbido, svagato e rinunciatario ad ogni partita, Trieste riuscirà a dare un minimo di continuità ad un rendimento fin qui eccessivamente altalenante, allora la stagione potrà iniziare a considerarsi moderatamente raddrizzata.
Il primo successo conquistato contro una squadra di alta classifica riporta un po’ di sereno in vista di tre partite nelle quali, per l’appunto, sarà indispensabile ripetersi. Il trittico viene inaugurato sabato al PalaRadi di Cremona, sul campo di una sorpresa del campionato che ora ha lo stesso record di Trieste (4-3), poi sarà tempo di scendere su uno dei templi della pallacanestro continentale, la Abdi İpekçi Arena di Istanbul per una partita che potrebbe regalare i play-in in BCL, per completare il tour de force il 23 novembre con la sfida interna all’Olimpia Milano.
Poi si potrà tirare il fiato per qualche giorno grazie alla pausa per la Nazionale, e sarà forse già tempo dei primi bilanci.

(diritti riservati TSportintheCity)
Crediti: foto Panda Images
Ph. Antonio Barzelogna

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Da ventisette anni stupisce il pubblico proponendo ogni volta un ricco e coinvolgente programma. Il Pordenone Blue Festival anche in questa edizione è riuscito a catturare l’attenzione con una ricca proposta di eventi per soddisfare anche i palati musicali più esigenti.
Per sei giorni consecutivi nella città di Pordenone la possibilità di assistere a proiezioni, workshop, incontri, laboratori musicali per bambini, contest e tantissimi concerti ovviamente.
Il tutto sostenuto dalla musica suonata nelle strade da moltissimi buskers provenienti anche dall’estero.
Non mancano ovviamente i prodotti tipici locali da gustare nei locali della città che per l’occasione diventano dei Blues Bar oppure Osterie Blues riconoscibili dalla bandiera dell’evento esposta all’entrata.
Ricco il cartellone degli eventi principali di maggior richiamo anche per questa edizione, con una lista di nomi che vanno ad aggiungersi alle stelle mondiali degli anni precedenti.
Quest’anno in ordine di apparizione e solo per citarne alcuni: Anastacia, le due esclusive date italiane dei Dr. Fellgood e Glenn Hughes e il concerto itinerante di Tao Love Bus Experience a bordo del pulmino Volkswagen del 1974.  Gran finale sabato 7 luglio a partire dalle ore 19.00 con Watermelon Slim, Lee Fields & The Expressions e in chiusura gli esplosivi Level 42 per la loro unica apparizione nel nostro paese.
Programma completo al sito www.pordenonebluesfestival.it, Ufficio Stampa Daniele Mignardi Promopressagency

Cristiano Pellizzaro per RadioCityTrieste

Alma Basket TriesteIMOLA – Seconda sconfitta consecutiva per la capolista Alma, che inciampa nuovamente sul campo di una formazione non certo trascendentale che l’ha messa in difficoltà più sul piano emotivo e dell’intensità che su quello tecnico.
Si apre così una mini crisi in casa biancorossa, alla vigilia di un ciclo di partite che dirà dove questa squadra potrà arrivare a fine stagione: dopo il match interno con Bergamo di domenica prossima, infatti, i giuliani andranno a Bologna, affronteranno in casa Ravenna, andranno a Treviso e sfideranno Mantova a Valmaura.
Da recuperare morale e voglia, in un periodo in cui si sono palesate pericolose pause sia in attacco che in difesa.
La cronaca della partita di Imola ricalca da vicino quella della trasferta di Forlì di domenica scorsa: triestini sempre a condurre, ma senza dare mai l’impressione di poter uccidere il match. Bowers, dopo un inizio poco preciso in attacco, aggiusta la mira e, per una volta, risulta fra i migliori dei suoi.
E’ Fernandez, però, ben coadiuvato da Baldasso, a mantenere alti i colpi in attacco in una giornata in cui Da Ros, utilizzato con minutaggio pesante da Dalmasson, litiga in ogni modo con il canestro.
Il terzo quarto stavolta è letale per Trieste, con l’americano Bell a centrare il bersaglio da ogni parte del campo. Imola arriva fino al +9 sul 69-60, ma Trieste, ancora una volta grazie al tandem Fernandez-Baldasso, riesce a rimontare ed addirittura a ritornare in vantaggio.
E’ ancora Bell a chiudere la partita con una tripla che manda in delirio i suoi tifosi, con la preghiera finale di Fernandez a stamparsi sul ferro.
Le avversarie più vicine, Udine esclusa, vincono tutte in modo convincente, accorciando la classifica e rimettendo tutto in gioco per la conquista del primo posto al termine della stagione regolare.

Francesco Freni per Sport In The City
In onda su Radio City Trieste ogni lunedì alle 18:00

Triestina logoBOLZANO – A Bolzano va in onda il suicidio alabardato, a confermare l’ormai conclamata avversione degli uomini di Sannino per le trasferte che, all’inizio del campionato, sembravano l’arma vincente. Anche in Alto Adige la squadra alabardata comanda il gioco per gran parte della partita ma incorre in un paio d’incertezze determinanti sul risultato.
Di questo passo la classifica diventa, per la ressa che c’è dalle sue parti, un tantino pericolosa per l’obiettivo della società che, oggi, si fa un po’ più lontano.
E dire che al “Druso” le cose avrebbero potuto mettersi in discesa dopo pochi minuti quando Mensah rubava palla al limite dell’area e partiva verso il portiere avversario, lo saltava ma si allungava troppo lateralmente la palla e permetteva il recupero dei difensori.
Non andava meglio a Petrella che provava la girata finita alta e poi, alla mezz’ora, ad Arma, imbeccato da un lungo invito di Lambrughi, il cui colpo di testa era alzato sopra la traversa dal portiere Offredi. In conclusione di tempo, ancora Petrella: si accentra e con un sinistro a rientrare, incoccia il palo lontano.
Il Sud Tirol sembra stare a guardare ma, alla ripresa del gioco piazza il colpo: Gyasi s’infila nel centrocampo alabardato, lascia tutti indietro e, alle soglie dell’are, apre per Costantino che in diagonale brucia Miori: terza rete dell’attaccante alla Triestina, come in Coppa e all’andata.
Triestina subito in avanti, Petrella in mischia prova senza fortuna di testa ma ci vuole un intervento di Miori sui piedi di Costantino per impedire il raddoppio.
Arriva invece il pareggio per una trattenuta in area su Mensah: dal dischetto, proprio come all’andata, Bracaletti trasforma con un destro preciso a fil di palo.
La Triestina prova a vincere, il Sud Tirol si affida a qualche contropiede e, a poco dalla fine, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Bajc va per respingere con decisione, invece svirgola il pallone che si alza e conclude la parabola a fil di palo, con Miori che può solo guardare. Beffa crudele perchè almeno un punto ci stava comodamente.
Prossimo appuntamento, in notturna, lunedì prossimo al “Rocco” con il Mestre.

Guerrino Bernardis per Radio City Trieste

Commenti e reazioni nel corso di SPORT IN THE CITY in onda dalle ore 18 di lunedì su www.radiocitytrieste.it